Costituito ufficialmente il 3 marzo 1941 divenne uno dei cinque principali ghetti creati dai nazisti in Polonia. Rappresentò un punto di transito per la suddivisione tra i lavoratori considerati abili, costretti ai lavori forzati, e coloro che erano destinati al successivo massacro nei campi di sterminio. Non fu installato nel quartiere ebraico di Kazimierz, ma nel quartiere di Podgorze, oltre il fiume Vistola, obbligando allo spostamento intere famiglie polacche residenti nelle abitazioni ebree situate fuori dal ghetto. Prima della creazione del ghetto il quartiere di Podgórze era abitato da 3.000 persone: in quest’area vennero stipati inizialmente 15.000 ebrei che occupavano 30 strade, 320 edifici e 3.167 stanze. Come risultato venne assegnato un appartamento ogni quattro famiglie, e molti sfortunati furono costretti a vivere per strada. Il ghetto venne circondato da mura che lo isolarono completamente dalla città circostante; tutte le finestre e porte che erano rivolte verso il lato “ariano” della città vennero murate, escluse quattro passaggi custoditi che permettevano il traffico attraverso il ghetto. Come oscuro presagio del futuro imminente i muri di cinta erano costruiti con le lapidi demolite dal cimitero ebraico della città. A partire dal maggio del 1942, tutti gli ebrei vennero deportati nei campi di lavoro e sterminio. Il ghetto fu chiuso il 14 marzo del 1943. La comunità ebraica, che all’inizio della guerra ammontava a circa 65,000 persone, venne praticamente sterminata.
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